IL FESTIVAL 2022 DEDICATO AL RAPPORTO TRA GIOVANI E ADULTI:
DUE TITOLI AL TEATRO DONIZETTI LA FAVORITE E L’AIO NELL’IMBARAZZO
PER #DONIZETTI200 AL SOCIALE CHIARA E SERAFINA IN PRIMA MODERNA
Nelle locandine brillano i nomi di alcune star internazionali come Javier Camarena, Alessandro Corbelli, Alex Esposito, Pietro Spagnoli e Annalisa Stroppa
Spazio anche alle voci emergenti della Bottega Donizetti e dell’Accademia Teatro alla Scala
Sul podio, accanto al direttore musicale Riccardo Frizza, Vincenzo Milletarì e Sesto Quatrini
Le regie sono di Valentina Carrasco, Gianluca Falaschi e del direttore artistico Francesco Micheli
Bergamo, dal 18 novembre al 4 dicembre 2022
È tutto pronto per l’ottava edizione del Donizetti Opera, festival internazionale dedicato al compositore bergamasco, organizzato dalla Fondazione Teatro Donizetti presieduta da Giorgio Berta con la direzione generale di Massimo Boffelli, la direzione artistica di Francesco Micheli e quella musicale di Riccardo Frizza, che si svolgerà a Bergamo “Città di Gaetano Donizetti” dal 18 novembre al 4 dicembre 2022.
Una nuova edizione del festival Donizetti Opera – già vincitore dell’“Oper! Award” come miglior festival europeo per la critica tedesca – che indaga attraverso le diverse produzioni le varianti del “contrasto generazionale”. Il programma si articola in tre titoli operistici donizettiani e una serie di appuntamenti concertistici e attività collaterali che verranno presentati in dettaglio il prossimo 17 ottobre a Bergamo: al Teatro Donizetti andranno in scena La favorite (18 e 27 novembre, 3 dicembre) e L’aio nell’imbarazzo(20 e 26 novembre, 2 dicembre); al Teatro Sociale invece Chiara e Serafina (19 e 25 novembre, 4 dicembre). “Largo ai giovani” potrebbe essere il motto dell’intero programma, visto che il rapporto fra genitori e figli, tra adulti e giovani, è al centro della drammaturgia così come quello tra fra maestri e allievi, veterani e esordienti caratterizza le produzioni.
«Il mondo presente – dichiara il direttore artistico Francesco Micheli – è in rapida e sorprendente evoluzione. Il cambiamento è l’unica certezza, oggi come 200 anni fa. Nel 1822 il giovane Gaetano Donizetti debutta al Teatro alla Scala con l’opera Chiara e Serafina, affacciandosi verso un mondo incerto, pieno di tracolli, di mutamenti e… di fiaschi. Questo l’esito del debutto del compositore nel tempio milanese. Nostro dovere è riportare in auge quest’opera complicata e romanzesca, e lo faremo con i giovani dell’Accademia Teatro alla Scala guidati da Pietro Spagnoli, coi quali cercheremo di superare il cruciale crocevia della vicenda narrata creando un’alleanza inedita tra le generazioni. Giovani che diventano adulti e adulti che cercano di costruire un mondo migliore per i giovani. Questo è il mondo che è importante progettare e in cui credere in questo momento. Qual è il nostro punto di riferimento? Il giovane Gaetano che apprende dalla vita stessa la strada per costruire il proprio mondo. L’impresa può essere ardua se regna la paura: L’aio nell’imbarazzo è infatti la storia di un padre talmente terrorizzato dal mondo da rinchiudere fino all’età di quarant’anni i propri figli; più che la trama di un’opera sembra l’oroscopo del nostro tempo. Nella Favorita un ragazzo e una ragazza che vengono da due luoghi appartati del mondo, il gineceo e il monastero, si ritrovano per cercare una nuova strada, una nuova libertà. Verranno annientati. Storie di ieri che definiscono temi classici capaci di illuminare il presente. Dedichiamo questo festival ai giovani bergamaschi, coscritti del più famoso conterraneo della storia».
«Sulla scia della riflessione intorno al tema generazionale – ha spiegato il direttore musicale Riccardo Frizza – la musica è sempre stata in prima linea, essendosi tradizionalmente basata sul rapporto tra maestri e allievi, così come tra interpreti di più lunga carriera e nuove promesse. In tal senso questa edizione del festival – programmaticamente ispirata al rapporto maestro-allievo che legava Giovanni Simone Mayr e Gaetano Donizetti, affianca in scena esperti del repertorio come Alex Esposito, Alessandro Corbelli, Javier Camarena, Pietro Spagnoli, Annalisa Stroppa, Floriana Sempey a un folto gruppo di nuove voci, forti di percorsi formativi di eccellenza che, fra l’altro, simboleggiano la vocazione festivaliera di essere anche una vetrina di talenti».
Due i titoli che saranno messi in scena al Teatro Donizetti: un grand-opéra della maturità del compositore, La favorite (1840), e il melodramma giocoso giovanile L’aio nell’imbarazzo (1824). Il Teatro Sociale è invece come sempre “la casa” del progetto #Donizetti200, che quest’anno ospiterà una tappa importante, l’opera che segnò il debutto (non felice) del compositore bergamasco al Teatro alla Scala, e che dopo quelle rappresentazioni del 1822 è stata praticamente dimenticata e mai più eseguita: Chiara e Serafina, ossia Il pirata.
Fondamentale come sempre, nella stesura del programma festivaliero e nella scelta delle edizioni o nella ricostruzione filologia di esse, è l’attività di studio e ricerca sull’eredità e la codifica dell’identità musicale operistica di Donizetti, affidata alle cure della sezione scientifica della Fondazione Teatro Donizetti, diretta da Paolo Fabbri.
Per La favorite (Teatro Donizetti 18 e 27 novembre, 3 dicembre) nell’edizione critica a cura di Rebecca Harris-Warrick, edita da Ricordi con la collaborazione e il contributo del Comune di Bergamo e della Fondazione Teatro Donizetti, ci sarà sul podio il direttore musicale del festival Riccardo Frizza alla guida dell’Orchestra Donizetti Opera. Lo spettacolo – un nuovo allestimento in coproduzione con l’Opéra National de Bordeaux – è firmato da Valentina Carrasco con il suo team composto per le scene da Carles Berga e Peter van Praet(quest’ultimo anche Lighting designer),Silvia Aymonino (costumi) e Massimiliano Volpini (coreografia). In prima all’Opéra di Parigi nel 1840, oggi possiamo dire che La favorite è l’opera “figlia” dell’Ange de Nisida, riscoperta e messa in scena in prima assoluta a Bergamo nel 2019. Il cast di rilievo affianca interpreti come il mezzosoprano Annalisa Stroppa (Léonor), il tenore Javier Camarena (Fernand), il baritono Florian Sempey (Alphonse XI), e ancora Evgeny Stavinsky (Barthazar), Edoardo Milletti (Don Gaspar) e Caterina Di Tonno (Inès). Il Coro sarà costituito dagli elementi del Coro Donizetti Opera e da quelli dell’Accademia Teatro alla Scala diretti da Salvo Sgrò.
L’aio nell’imbarazzo (Teatro Donizetti 20 e 26 novembre, 2 dicembre), rappresentato a Roma nel 1824, è uno dei primi grandi successi di Donizetti: opera buffa sul modello rossiniano dove affiora però già lo scavo psicologico delle grandi commedie della maturità del bergamasco. Presentato nella nuova edizione critica di Maria Chiara Bertieri per la Fondazione Teatro Donizetti, è il titolo della Bottega Donizetti, la bottega rinascimentale dove il basso-baritono bergamasco Alex Esposito trasmette sapere teatrale e tecnica vocale ai giovani cantanti selezionati in tutto il mondo. I cinque allievi della Bottega Donizetti 2022 – selezionati fra 135 candidati, nati a partire dal 1990 – sono: il soprano Marilena Ruta (Madama Gilda Tallemanni), il tenore Lorenzo Martelli (il marchese Enrico), il tenore Francesco Lucii (il marchese Pippetto), il mezzosoprano Caterina Dellaere (Leonarda) e il basso-baritono Lorenzo Liberali (Simone).
A loro è affidato L’aio nell’imbarazzo, con la presenza dello stesso Esposito – che per l’occasione torna eccezionalmente a una vocalità che lo ha caratterizzato all’inizio della carriera – nella parte del titolo; e con un altro maestro carismatico come Alessandro Corbelli nei panni di don Giulio, il padre che tiene segregati i figli in casa per paura delle donne. Dirige l’Orchestra Donizetti Opera un altro giovane come Vincenzo Milletarì, la regia è firmata dal direttore artistico del Festival, Francesco Micheli, le scene di Mauro Tinti, i costumi di Giada Masi, la drammaturgia di Alberto Mattioli.
La riscoperta di questo del festival 2022 è senz’altro Chiara e Serafina (Teatro Sociale 19 e 25 novembre, 4 dicembre), il titolo del progetto #Donizetti200, mai più in scena dopo il 1822. Il Festival le offre la prova d’appello in una produzione con l’Accademia Teatro alla Scala – con la quale prosegue il pluriennale e fruttuoso rapporto di collaborazione – i cui allievi dei corsi di perfezionamento formeranno la compagnia di cantanti, il Coro (diretto da Salvo Sgrò) con uno chaperon come Pietro Spagnoli (docente dei corsi di perfezionamento della stessa Istituzione milanese) nella parte di Don Meschino. Sul podio Sesto Quatrini; regia, scene e costumi di Gianluca Falaschi; la drammaturgia è di Mattia Palma; l’orchestra Gli Originali prosegue la sua esplorazione donizettiana sugli strumenti d’epoca. A questo titolo saranno legate anche una serie di attività per le scuole.
Gli spettacoli nei giorni feriali avranno inizio alle ore 20 nei giorni feriali e alle ore 15.30 la domenica.
Biglietteria
Piazza Cavour, 15 – Bergamo – T. 035 4160601/602/603 – martedì-sabato, ore 13-20
biglietteria@fondazioneteatrodonizetti.org
gruppi@fondazioneteatrodonizetti.org
Costo dei biglietti:
– opere al Teatro Donizetti: da 110 euro a 15 euro
– opere al Teatro Sociale: da 90 euro a 15 euro
Carnet weekend
Tutti gli spettacoli di ciascun fine settimana con lo sconto del 25%
Carnet sabato
I biglietti delle tre opere in tre sabati diversi con lo sconto del 25%
Comunicato stampa 04/10/2022