Con “Il Viaggio a Reims” di G. Rossini si conclude la stagione lirica del Filarmonico di Verona.
Ultima recita quella del 28 Maggio del Viaggio a Reims di Gioacchino Rossini per il Teatro Filarmonico di Verona, che conclude così la Stagione Lirica 2016 /2017.
di Salvatore Margarone
Il dramma giocoso in un atto di Luigi Balocchi, composto per l’incoronazione di S. M. Carlo X, Re di Francia, nell’edizione critica della Fondazione Rossini di Pesaro, sotto la direzione di un ottimo Francesco Ommassini,
convince per la parte musicale, che risulta ben calibrata e con tempi correttissimi, ma non per la messa in scena.
La regia curata da Pier Francesco Maestrini con le animazioni di Joshua Held, stavolta fa cilecca ripetendo in questa produzione l’esperimento che avevano fatto un paio di anni fa con un fortunato Barbiere di Siviglia, mettendo in scena con le stesse modalità questo “Viaggio” che ha perso per strada molta, se non tutta, della sottile ironia di cui è pervaso ed inserendo molte gag inappropriate e fastidiose allusioni sessuali che sono estranee al dramma giocoso rossiniano.
Con questa premessa vogliamo sottolineare la distorta messa in scena di un’opera già poco rappresentata, visto il nutrito parterre di cantanti in scena e un libretto che del nonsense ne fa la forza.
Di contro, però, sul palcoscenico si sono avvicendati ottimi giovani cantanti che con le loro belle voci hanno colmato qualche occhio disturbato del nutrito pubblico in sala.
Quindici cantanti prevede sulla scena quest’opera con voci squillanti e agili nel rispetto di un Rossini che si distingue per le sue linee di canto vertiginose e che il giovane cast ha saputo rendere egregiamente, anche se qualche defaillance c’è stata.
Corinna, interpretata da Lucrezia Drei spicca per vocalità lucente e brillante, fraseggio impeccabile e molto gusto nell’offrire il suo personaggio al pubblico, ma anche le altre tre donne, La Marchesa di Melibea, interpretata da Raffaella Lupinacci, La Contessa di Folleville, interpretata da Marina Monzó e Francesca Sassu nei panni di Madama Cortese, non sono state da meno. Ottimo il loro intreccio vocale in scena e giuste voci che non si disturbavano cantando. Tutte intonatissime e dotate vocalmente hanno fatto di questo Viaggio a Reims un interessantissimo spettacolo vocale.
Passando al cast maschile le lodi vanno sicuramente al Cavaliere Belfiore, interpretato da Xabier Anduaga dal timbro squillante e bel legato di fiato, ottime le sue agilità; buona l’interpretazione di Pietro Adaini, Il Conte di Libenskof, e bravo anche Marco Mimica nei panni di Lord Sidney. Qualche defaillance invece per il Conte di Trombonok di Giovanni Romeo (forse per stanchezza).
Potevano dare di più il Don Alvaro di Alessio Verna e il Don Profondo di Alessandro Abis che non convincono pienamente nella loro interpretazione.
Buono il resto del cast: la Maddalena/Modestina di Alice Marini, il Don Luigino/Zeferino di Stefano Pisani, il Don Prudenzio di Omar Kamata, la Delia di Francesca Micarelli e l’Antonio di Stefano Marchisio.
Ottimo il Coro dell’Arena di Verona diretto da Vito Lombardi, anche se un po’ soffocato ed impacciato, o meglio “incappucciato” in costumi decisamente ingombranti ideati da Alfredo Troisi.
A parte i costumi, le scene, dello stesso Troisi, erano in verità inesistenti: sul palcoscenico non c’era nulla, a parte il grande telo che fungeva da schermo dove era proiettato il cartoon.
Successo da parte del pubblico alla fine dello spettacolo con lunghi applausi per tutti i protagonisti.
Photo ©Ennevi