Una proposta in lingua friulana descrive con disincanto alcuni aspetti del Nord Est.
All’auditorium La Fratta di San Daniele del Friuli è andato in scena lo spettacolo ‘Combinin. Intrics e poesie’, del Teatro Incerto, formato da Fabiano Fantini, Claudio Moretti ed Elvio Scruzzi, affiancati da Martina Delpiccolo, brillante intellettuale e preparata giornalista prestata al teatro.
Teatro Incerto, gruppo teatrale dalla storia quarantennale, ha scritto pagine importanti del teatro, sia in italiano che in lingua friulana, uscendo dalla dimensione filodrammatica e folclorica che caratterizza tanta della produzione locale, a favore di una cifranarrativa brillante, arguta, contemporanea, mai banale, non autoreferenziale.
‘Cumbinin’, scelto come titolo, è un termine in friulano che indica la volontà di accordo, sopra le righe e spesso al di là delle regole .
Si racconta un Friuli ferito dalla corruzione, vittima dei cartelli delle case di riposo e delle mense.
Quella lingua friulana che nel dopo terremoto era diventata una bandiera per celebrare la forza di un popolo, si fa strumento per una denuncia sociale graffiante, per proclamare con realismo come ormai non esistano isole felici .
In una beauty farm si incontrano un assessore ed un imprenditore .
Sono lì perché da anni ritengono che quello sia un ‘posto sicuro’per scambiarsi del denaro in cambio di appalti.
Qualcosa, però, è cambiato: il corriere non arriva, per una serie di disguidi; la sauna ha cambiato gestione e questo comporta la presenza di una fanciulla, sconosciuta e per loro incomprensibile.
Questo è il motore per una serie di gag e malintesi, che articolano la narrazione a colpi di cinici sorrisi ed amare risate, affrontando senza filtri temi come il razzismo; i pregiudizi verso il mondo femminile; l’incoerenza di religiosi e potenti; la gestione delle mense, i cui scarti vanno a nutrire un allevamento di maiali; il cinismo nell’amministrazione delle case di riposo.
Un fuoco d’artificio di luoghi comuni, di frasi fatte, allusioni a reati letti sui giornali, scontate considerazioni da osteria, alibi populisti, che raccontano con disincanto e la lucidità il mondo quotidiano.
Mentre la storia scorre, si marca sempre di più la differenza fra i discorsi dei due criminali e quel che dice la nuova titolare della beauty farm, che parla per riferimenti, allusioni e versi, passando da Dante a Pasolini, da Foscolo a Cappello.
Alla fine, spaventati da tanta deflagrante purezza, i due malandrini aggrediscano la poveretta , che viene legata, imbavagliata, abbandonata finchè arriva a salvarla il terzo complice, cui decide di presentarsi: è la Poesia, che sconsolata ammette di essereriuscita a sfiorare gli uomini, ma non a cambiarli.
Il sistema della corruzione ha vinto, nessuno si è fatto commuovere, non ci sono stati esami di coscienza.
Alla fine pare che nel nostro tempo non ci siano alternative a corruzione ed agli aggiustamenti descritti dal titolo.
La narrazione è brillante, anche se la parte della Poesiameriterebbe qualche riflessione, per mitigare alcune forzature .
Coraggioso l’uso della lingua friulana per descrivere una quotidianità autenticamente cinica, che trova fondamento in numerosi riferimenti di cronaca coraggiosamente chiari.
Riuscita l’idea di affidare il ruolo dei malfattori a due attori arguti, con tempi comici infallibili: in una società costruita su indici di popolarità e gradimento, le masse si schierano dalla parte del più popolare, incuranti di morale e razionalità.
Fabiano Fantini pastella un Assessore credibile, costruito con attenzione nel gioco dei toni di voce e misurato nelle posture. Uomo affidabile nei modi ‘ ufficiali’, meno prevedibile in quelli privati, quando parla con il suo complice ostenta, anche nei racconti dei fatti più insoliti, una dimensione di normalità, ad affermare il suo essere uomo di mondo, che non viene spaventato da nulla, a parte l’eventualità di perdere qualche voto.
Elvio Scruzzi, il corriere assente, è presente prima come voce, poi come figura muta e dolente , forte di uno sguardo intenso, che pare scavare l’aria e che non ha bisogno di grandi discorsi per raccontare il crollo del mondo.
Claudio Moretti è un autentico mattatore, che gioca con abilità con i toni della voce, centrata verso un registro acuto che disegna un uomo deciso, nervoso, mellifluo e camaleontico.
Magistrali i tempi comici serrati, anche grazie al buon affiatamento con Fantini e brillante il gioco delle sfumature cheriescono ad incantare la platea.
Lasciamo per ultima Martina Delpiccolo. Apprezzata giornalista televisiva e della carta stampata, interessante drammaturga, studiosa stimata, è stata coraggiosa a scendere in campo con tre simili pilastri. Ha costruito un personaggio articolato, che all’inizio risulta artificioso, forzato, con una recitazione non credibile, ma che corso dello spettacolo assume spessore: il suo è un personaggio metafisico, che vive altrove, parla una lingua differente, che gli altri deridono e che difende il suo mondo purissimo.
Di grande suggestione gli incisi vocali, eseguiti con bravura,armonici suadenti e solidi salti di ottava.
Alla fine, tanti applausi che hanno segnato un meritato successo
San Daniele del Friuli, Auditorium La Fratta, 16.11.2023.
Gianluca Macovez
‘CUMBININ. Intrics e poesie.’
di e con Martina Delpiccolo, Fabiano Fantini, Claudio Moretti, Elvio Scruzzi.
Produzione: Teatro Incerto/CSS Teatro stabile di innovazione del FVG