Sono già iniziate le celebrazioni per il 100° anniversario della morte dell’illustre musicista italiano Francesco Paolo Tosti (Ortona, 9 aprile 1846 – Roma, 2 dicembre 1916).
di Salvatore Margarone
L’importanza che ancora oggi detiene, ma che forse poco è valorizzata, risiede nella grande e vasta quantità di liriche per canto e pianoforte che ci ha lasciato, ma non solo, anche per la sua grande competenza come docente di canto .
Il periodo in cui compose liriche famosissime come “A Vucchella” o “Malìa”, solo per citarne alcune, è la fine dell’ottocento italiano, anni in cui una forma musicale tutta “italiana” cominciò ad imporsi nei salotti aristocratici.
Proprio dai luoghi di ritrovo ove queste vennero eseguite prese poi il nome formale di “Romanza da Salotto Italiana”.
Tosti scrisse oltre 350 melodie, i cui testi poetici erano di Hugo, Negri, Di Giacomo, D’Annunzio, solo per citarne alcuni.
Per Tosti fu proprio la collaborazione con quest’ultimo a far nascere liriche indimenticabili (circa 30) che lo avrebbero annoverato fra i più grandi compositori di romanze italiane. La stesura di questi brani si divide in due periodi: il primo dal 1880 al 1882, il secondo dal 1907 in poi.
Del primo periodo fanno parte 17 composizioni, il cui tema predominante è l’amore e in cui la parola è al servizio della musica (‘A Vucchella – Malinconia – Visione – Ninna nanna ed altre); mentre del secondo periodo fanno parte le Quattro canzoni d’Amaranta, Due piccoli notturni, i due poemetti “Consolazione” e “La sera”. In queste composizioni si ampliano i temi trattati e la musica è posta al servizio della parola, così come avviene nel Lied Romantico Tedesco.
Francesco Paolo Tosti nasce ad Ortona il 9 aprile 1846 dal commerciante di cereali Giuseppe e da Caterina Schiani. Ad Ortona apprende le prime nozioni di musica, ma in seguito, su suggerimento del suo maestro Gaetano Paolini, il padre Giuseppe Tosti presenta domanda al Regio Governo Borbonico perché Francesco Paolo venga ammesso all’“esperimento preventivo” presso il Conservatorio San Pietro a Majella di Napoli e sia beneficiario di una borsa di studio. Il giovanissimo Francesco, nell’autunno 1858 inizia a frequentare il Conservatorio di Napoli nella classe di violino del maestro Pinto, contrappunto e armonia con Carlo Costa e composizione con Conti e Mercadante. Dopo i primissimi anni di studio fu nominato “maestrino”, studente che segue colleghi più giovani. Nel 1866 si diploma in violino – uno strumento che forse suonerà in futuro soltanto nelle serenate – e, con ogni probabilità molto a malincuore, torna ad Ortona.
Sul finire del 1870, Tosti abbandonò l’Abruzzo per tentare la fortuna a Roma che solo da poche settimane è la nuova capitale d’Italia. La Roma in cui giunge Tosti dal punto di vista musicale sente fortemente l’influenza della figura di Liszt, che conoscerà Tosti, e dell’italiano Giovanni Sgambati. Proprio la conoscenza di quest’ultimo gli apre porte importanti: quelle dei più aristocratici salotti romani nei quali presto Tosti si fa apprezzare come maestro di canto. E in tal veste entrerà nella corte di Margherita di Savoia. Dopo oltre cinque anni di fruttuoso soggiorno romano, Tosti sente di dover tentare altre strade e quella più interessante gli sembra l’inglese.
Giunge quindi a Londra proprio alla vigilia di quel 1876 anno in cui la città diventerà capitale dell’impero britannico sotto la regina Vittoria, che regna dal 1837. In questi primi anni F.P. Tosti lavora senza sosta per guadagnarsi una stabile posizione anche in Inghilterra. Divide ancora la sua attività tra Roma e Londra: nel 1877 Verdi lo raccomanda come uno dei pochi maestri di canto italiani di valore al direttore d’orchestra tedesco Hiller, ma è su Londra che il musicista abruzzese punta le sue speranze. Dopo un paio di stagioni vissute nell’incertezza raggiunse finalmente il successo: in poco tempo molte porte si aprirono, la più importante delle quali certamente è quella di Buckingam Palace dove Tosti entrerà a braccetto di Edoardo, l’eterno principe di Galles che ha conosciuto in uno dei salotti londinesi e che, oltre all’ammirazione, gli ha immediatamente concesso la sua amicizia. Tosti diviene maestro di canto praticamente di tutti i figli di Vittoria; il duca e la duchessa di Connaught, figlio e nuora della regina, lo invitano come maestro di canto ed organizzatore delle “ducali” serate musicali, come presto farà tutta l’aristocrazia inglese. Nel 1878 aveva iniziato a partecipare al progetto michettiano del Cenacolo di Francavilla. Nel 1879 pubblica i Canti popolari abruzzesi. Nel 1880 prende avvio la collaborazione artistica con Gabriele d’Annunzio, il cui primo frutto è Visione!… La posizione inglese di Tosti è ormai solidissima. Con la fama è giunto anche il denaro: l’editore londinese Chappell gli propone un favoloso contratto per almeno quattro romanze all’anno. Tosti decide di stabilirsi definitivamente a Londra e prende casa in Mortimer Street. Presto assurgerà ad una importanza cospicua nella vita musicale londinese come insegnante, compositore ed organizzatore musicale. È docente nelle massime istituzioni didattiche di Londra come la Royal Academy of Music e il Royal College of Music; le sue romanze e i suoi songs sono tutti celebrati successi; è l’organizzatore dei concerti e delle serate musicali della corte inglese.
Pur essendo l’Inghilterra ormai la sua nuova patria, Tosti non dimentica l’Italia e, specialmente, Roma, Napoli e l’Abruzzo. A Roma conserva una casa in via dei Prefetti dove soggiorna per lunghi periodi durante i quali è conteso nei celebri salotti dei Giustiniani, dei Barberini, dei Del Drago, dei Massimo, dei Borghese, dei Chigi. Ma non è solo per i pallori delle dame romane che Tosti torna: egli ha anche degli amici a Roma; sono quelli del “clan abruzzese”: il pittore Michetti, lo scultore Barbella, il giornalista Scarfoglio ai quali nel 1883 si aggiunge un irrequietissimo ventenne: Gabriele d’Annunzio, che immortalerà in molti articoli le serate musicali in casa di Tosti. Il gruppo d’estate lascia Roma e si trasferisce a Francavilla, dove, in un vecchio Convento, Michetti ha realizzato una comoda residenza estiva. Anche a Napoli Tosti va con frequenza: nel 1886 compone su testo di Salvatore di Giacomo Marechiare, uno dei suoi maggiori successi. Alla fine di marzo è a Francavilla per passare la Pasqua nel Convento di Michetti. Qui musica una poesia in dialetto abruzzese di Tommaso Bruni Si na scingiate ti putesse dà cui presto si attribuì il titolo purgato di La viuletta. La canzone rientra in modo perfetto in quel progetto per la creazione di una cultura contemporanea abruzzese che i frequentatori del Convento di Michetti si andavano proponendo. La viuletta venne eseguita il lunedì dopo Pasqua, il 1° aprile cioè, da un coro di popolane istruite e dirette dal giovane musicista abruzzese Vittorio Pepe. Il successo fu grande. Se ne occuparono importanti giornali come “La Tribuna” e “La Gazzetta Musicale di Milano”.
Nel 1889 sposa a Londra Berthe de Verrue (il cui cognome anglicizzato era Pierson), figlia di un ingegnere belga d’origine francese e buona dilettante di canto, conosciuta nei salotti musicali londinesi, dove si esibiva anche in produzioni di teatro leggero con lo pseudonimo di Mademoiselle Baldi. Fu compagna discreta ed affettuosa tanto da costituire un elemento portante nella vita fortunata del musicista. Sopravvisse al marito per molti anni, morendo quasi novantenne nel 1943 a Parigi, dove è sepolta nel cimitero monumentale.
Enrico Caruso, F.P.Tosti e Antonio Scotti – Londra 1905
Nel 1890, nella villa di Ricordi a Cernobbio, Puccini legge a Tosti e Giulio Ricordi il primo libretto della Manon Lescaut: è uno dei primi incontri tra Tosti e Puccini, che saranno sempre legati da profonda amicizia. Ma proprio agli inizi degli anni Novanta rileviamo un progressivo diradarsi della presenza di Tosti in Italia, sicuramente a causa della sempre più significativa posizione che egli ha nella vita musicale e mondana inglese. Sono sempre più rari gli autografi delle sue romanze datati da Francavilla nelle consuete settimane a cavallo tra la fine dell’estate e gli inizi dell’autunno. Tra il 1890 e il 1891, la maggior parte delle nuove romanze sono datate Londra, Herne-Bay nel Kent o Folkestone, nota stazione di villeggiatura sulla costa sud-orientale d’Inghilterra, tutte tra settembre e ottobre, mesi in precedenza trascorsi tra Milano e Francavilla. Proseguono le collaborazioni con due editori inglesi: Chappell ed Enoch, che affiancano il costante impegno con Ricordi, contribuendo a consolidare il ruolo di Tosti come compositore. Egli divenne anche il punto di riferimento dei musicisti italiani di passaggio per Londra, come Puccini, Mascagni e Leoncavallo, e di molti musicisti inglesi.
Nel giugno 1892 Tosti partecipa ad un concerto organizzato alla Albert Hall dai corrispondenti stranieri a Londra con il patrocinio delle maggiori ambasciate a beneficio degli artisti stranieri residenti a Londra e senza mezzi. Sono presenti cantanti di un grande rilievo come il soprano canadese Albani, il basso polacco Eduard De Reszke, il baritono francese Victor Maurel. Quest’ultimo cantò due romanze di Tosti accompagnato dall’autore. Ancora Maurel ed il soprano MacIntyre sono con Tosti qualche giorno dopo a Windsor Castle per un concerto alla presenza della regina. Nello stesso anno Tosti conosce e inizia a collaborare con il grande soprano australiano Nellie Melba con cui terrà numerosi concerti e ad essa dedicherà molte sue romanze su testo inglese. Si conoscono in casa di Lady Randolph Churchill, madre del grande statista Winston, e presto il soprano cominciò a prendere lezioni da Tosti iniziando proprio per il suo debutto inglese con Aida al Covent Garden. La Melba nella sua autobiografia Melodies and Memories, pubblicata nel 1925, dà molto spazio ai suoi ricordi con Tosti in un misto di aneddoti e di importanti informazioni artistiche, come di un concerto eseguito a Venezia in gondola sul Canal Grande e replicato a Londra in battello sul Tamigi o di un memorabile scherzo fatto da Tosti in occasione di una recita di Bohème al Covent Garden al soprano e a Enrico Caruso. Nel 1893 Tosti ospita a Londra Mascagni con la moglie introducendolo a Corte e procurandogli buoni contatti nella capitale inglese. Nel 1894 tosti, che era già insegnante al Royal College of Music, divenne insegnante di canto alla Royal Academy of Music, ricoprendo un ruolo sempre più importante in questa istituzione.
Il 22 gennaio del 1901 muore la regina Vittoria dopo sessantaquattro anni di regno. Succedendole il figlio Edoardo VII per Tosti non cambia nulla dal punto di vista “istituzionale”. Ma questo sembra essere un altro segnale del mutare dei tempi. Senza Vittoria le serate di corte non sono più le stesse, anche perché la regina era un’ottima conoscitrice di musica e una discreta dilettante. Edoardo è re e imperatore da cinque anni e nel 1906 F.P. Tosti, per ringraziarlo della sua benevolenza, accetta la cittadinanza inglese, già più volte cortesemente rifiutata. Si scatenano in Italia polemiche che, ad Ortona, raggiungono toni esasperati. Tosti risponde con interviste proclamando la sua “italianità” e non nascondendo una cocente amarezza. L’11 dicembre 1908 sarà nominato baronetto da Edoardo VII. Intanto, il 1907 è l’anno di alcune tra le sue più importanti composizioni: innanzitutto le Quattro canzoni d’Amaranta su versi di Gabriele d’Annunzio.
Nel 1908 si celebra ad Ortona il 650° anniversario della traslazione delle ossa di San Tommaso Apostolo dall’isola di Chios. I festeggiamenti sono imponenti e alcuni amici di Tosti approfittando del suo soggiorno a Francavilla, organizzano un concerto di sue musiche. Il grande successo suggella l’atto di riconciliazione con i concittadini: è il 9 settembre. Il concerto fu diretto da Camillo De Nardis, il musicista abruzzese di grande notorietà a Napoli dove reggeva la cattedra di composizione nel Conservatorio S. Pietro a Majella, e che il giorno prima aveva diretto il suo oratorio I Turchi in Ortona composto per l’occasione. L’11 dicembre viene creato baronetto da Edoardo VII. Nel 1909 Tosti è festeggiato a Roma al Circolo Artistico da ammiratori e colleghi. Sono presenti, tra gli altri, Puccini, Mascagni, Sgambati.
Nelle prime settimane del 1911 è a Roma, dove mantiene ancora un appartamento in via Veneto 84. A 66 anni Tosti decide di lasciare Londra per tornare in Italia con la moglie. Gli ultimi anni di vita Tosti li trascorre a Roma e a Francavilla; qualche volta va ad Ortona. La sua attività compositiva è rallentata ma non spenta, nelle ultime romanze si comprende con chiarezza che il musicista è attento ai mutamenti che avvengono nella cultura musicale europea.
Il 2 dicembre F.P. Tosti muore in un appartamento dell’Hotel Excelsior di Roma. E’ l’onorevole Masciantonio, deputato abruzzese, che si fa carico di divulgare la notizia. Subito Berthe Tosti riceve messaggi di cordoglio da d’Annunzio, da Giorgio e Maria, sovrani d’Inghilterra, dalla regina madre d’Inghilterra Alessandra, vedova di Edoardo VII, da Filippo Masci il filosofo, commissario del Conservatorio di S. Pietro a Majella di Napoli. Telegrafano inoltre Matilde Serao, i cantanti Enrico Caruso, Ferdinando De Lucia, Alessandro Bonci; i musicisti Giacomo Puccini, Pietro Mascagni, Ruggero Leoncavallo, Umberto Giordano, Francesco Cilea, Arrigo Boito. Pochi giorni dopo, benché in piena guerra, si svolgono funerali maestosi cui intervengono personalità della politica, della musica, dell’arte, della scienza, dell’aristocrazia romana: da Guglielmo Marconi al sindaco di Roma Nathan, dal basso Nazareno De Angelis al baritono Antonio Cotogni, le attrici Dina Galli e Adelaide Ristori, i poeti Trilussa e Pascarella, e poi rappresentanze d’Inghilterra, dell’Accademia di Santa Cecilia, la moglie di d’Annunzio Maria Hardouin di Galles, i deputati abruzzesi Masciantonio, Tedesco, Mezzanotte, rappresentanze ufficiali del Comune di Roma, di quello di Ortona, del Consiglio Provinciale di Chieti. Le spoglie vennero deposte al cimitero del Verano. Si disse temporaneamente a causa della guerra, per essere poi trasferite ad Ortona. La traslazione avvenne invece 44 anni dopo nel settembre 1960.
Video:
F.P. Tosti “O Falce di luna calante“
Fonte:
– Istituto Nazionale Tostiano – Ortona (CH)
– “La Romanza da Salotto Italiana” di Salvatore Margarone e Stefania Pistone,
ed. Casa Musicale Eco Monza.