Federico Longhi: una radiosa carriera di successi. #INTERVIEW

Incontriamo Federico Longhi, baritono, finite le recite di Gianni Schicchi a Verona e prima della partenza per Palermo dove interpreterà Tonio in Pagliacci.

 

 

di Salvatore Margarone

 

Debutterai prossimamente Tonio in “Pagliacci”, dopo aver vestito in più occasioni i panni di Silvio: come hai preparato questo ruolo, avendolo osservato anche dall’esterno?

L’osservazione dall’esterno serve relativamente poco, più che altro ascolti e quindi rimangono in testa alcuni passaggi e alcune melodie ma poi la vera preparazione è stata fatta sullo spartito, leggendo, studiando, analizzando, cercando di decifrare, capire e portare alla luce il pensiero del compositore e del librettista. In un secondo tempo tutto va messo in voce, cantato, vissuto e fatto vivere.

Tonio esprime nel prologo iniziale una sorta di manifesto dell’estetica verista, ma descrive in quella pagina anche l’essenza dell’artista. Cosa vuol dire per te questa pagina e come intendi il mestiere di artista oggi?

La pagina del prologo è speciale, è un momento vocale e musicale diretto al pubblico in sala, uno scambio di energie attraverso la musica che è stupenda e arricchisce un testo unico, molto diretto ed esplicativo, appunto sul mestiere dell’artista (in questo caso specifico un artista circense). Esprime una realtà dove c’è finzione, amore, gelosia e dramma. Come in tutte le opere i personaggi e i caratteri sono magari molto lontani dal nostro essere, e noi siamo obbligati attraverso lo studio ad entrare in loro e loro in noi…Il tutto va riportato nella vita vera, nel quotidiano, oggi ancor più di ieri, visto il momento storico diverso e per nulla facile. Però noi siamo sempre credenti e fedeli alla nostra arte del canto, e dalla musica dobbiamo lasciarci accompagnare e condurre. Sempre.

Federico LonghiTonio arriva dopo un periodo intenso in cui si sono alternati personaggi diversi: Malatesta, Michonnet e Schicchi. Come si colloca questo personaggio?

Sì, Tonio arriva dopo alcuni ruoli e caratteri diversi tra loro, ma questo è il bello. Il ruolo di Tonio si colloca bene, quasi in cima alla scala. E’ un personaggio di punta, sia dal punto di vista vocale che scenico. Rappresenterà per me un passaggio prima di riprendere l’amato Rigoletto.

Tutti i personaggi che abbiamo nominato richiedono una grande presenza teatrale oltre che vocale: quanto è importante essere scenicamente incisivi nel teatro musicale attuale e come costruisci la tua interpretazione dal punto di vista attoriale?

E’ molto importante l’azione scenica: stiamo raccontando una storia, un testo, delle parole…certo in musica, cantate, tuttavia legate da azioni sceniche e da indicazioni registiche. Siamo veri attori ed è molto importante essere fortemente incisivi sulla scena. Dobbiamo costruire il personaggio facendolo entrare in noi, capendone le reazioni, vivendolo appieno, per poi far arrivare tutto questo allo spettatore.

Federico LonghiProssimamente tornerai ad essere Rigoletto, dopo aver vestito i panni di altri padri verdiani come Amonasro: com’è cresciuto il tuo approccio al personaggio e in che modo gli altri ruoli ne hanno influenzato la tua visione?

Non vedo l’ora di essere nuovamente Rigoletto. Sarà la quarta produzione ormai con quasi 30 recite alle spalle. Sono ansioso di sapere come sarà il progetto registico dello spettacolo, dovrò essere pronto per avvicinarlo a me e farlo mio. Penso che ogni ruolo sia un universo a sé e nessun ruolo influenza l’altro. L’unica influenza può arrivare dalle precedenti produzioni della stessa opera, comunque sono sempre pronto a ripartire da capo o a ricevere nuove suggestioni sceniche e musicali.

Con Pagliacci tornerai al Teatro Massimo di Palermo: quali sono le emozioni di questo palcoscenico?

Il Teatro Massimo è stupendo, e poi visto dal palco ti fa sempre un effetto tale da rimanere a bocca aperta. E’ un gioiello! E’ un teatro emozionante, caldo, appassionato, vivo. E’ un piacere enorme essere qui, anche per il calore delle persone che lavorano in questo teatro, in tutti i reparti. Lasciatemelo dire: siete veramente beddi e vi ringrazio davvero.

A Palermo hai ritrovato anche il Maestro Daniel Oren: raccontaci il tuo rapporto con lui e l’arricchimento che scaturisce da questa collaborazione. 

Daniel Oren è un mito, una forza della natura, uno tsunami di musica, appassionato, vibrante, un grande musicista. E’ un onore e un piacere essere diretto da lui, è come un viaggio infinito nella musica.

Federico Longhi
Federico Longhi – Gianni Schicchi – Verona 2019 – Photo Ennevi

Ti ringraziamo per la disponibilità e ti auguriamo buon viaggio ed un grosso in bocca al lupo per il tuo radioso futuro!

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