Hui He, stella della lirica mondiale, si racconta in questa bella intervista che ci ha rilasciato. Il soprano cinese debutterà tra qualche giorno Turandot nell’opera di Puccini in scena al Teatro Comunale di Bologna dal 28 maggio al 4 giugno 2019.
di Federico Scatamburlo
Carissima, grazie di averci dedicato un po’ di tempo. E a proposito di questo, sono passati quasi vent’anni dal Suo debutto, nel 2002 con Tosca. Ci racconta un riassunto di questa ventennale carriera? Quali sono stati gli studi e le tappe, o le persone, che ritiene più importanti?
Il mio debutto è stato con Aida, nel 1998, a Shanghai, mentre il mio debutto internazionale è avvenuto con Tosca al Teatro Regio di Parma nel febbraio 2002. Sono 21 anni di carriera nei tanti grandi teatri nel mondo, con grande studio, sacrificio, fatica ma anche la soddisfazione e la felicità di vent’anni di vita vissuti accanto e dentro l’opera lirica. Per me è una grande gioia poter essere un’artista sul palcoscenico, la musica mi ha accompagnato sempre. Sono orgogliosa di quello che ho fatto, perché ci vuole tanto coraggio, forza e intelligenza. Per essere un’artista bisogna sempre studiare e sviluppare le proprie capacità. Ho lavorato con tanti direttori d’orchestra importanti e sono stati fondamentali per la mia carriera: Lorin Maazel, Zubin Mehta, Daniel Oren e tanti altri. Voglio ricordare anche il Maestro Franco Zeffirelli e Hugo de Ana tra i registi che mi hanno regalato di più. Devo anche ringraziare i miei agenti Giorgio Benati e Bruce Zemsky, molto importanti per me, così come i miei insegnanti Cristina Orsolato e Alessandro Vitiello, che mi hanno sempre seguito.
Supponiamo che le regalassero una sfera magica per tornare indietro nel tempo: cosa cambierebbe, cosa farebbe di diverso del suo passato?
Se mi fosse data la possibilità di tornare indietro, farei sicuramente la stessa cosa. Amo la musica, amo cantare, ho fatto la scelta di essere un’artista e sono contenta di questo. Non ci sono cose che vorrei fare diversamente perché tutto quello che ho fatto mi ha migliorato come cantante e come artista e ogni esperienza ha avuto grande importanza nel mio percorso artistico.
Tra i tanti Suoi debutti e interpretazioni, spiccano due compositori, molto diversi tra loro: Puccini e Verdi. Qual è la sua preferenza? Si ritiene più pucciniana o verdiana?
Non posso dire qual è il mio preferito perché li amo tutti e due: la mia voce è adatta a Puccini così come a Verdi. E’ un miracolo, ma sento che la mia voce cambia il suo colore a seconda della diversa opera che canto…mi basta seguire la musica. Credo di potermi definire un soprano verdiano e pucciniano, e queste due dimensioni convivono tranquillamente.
In particolare, quali differenze ovvero difficoltà incontra nell’affrontare un ruolo verdiano piuttosto che pucciniano?
Per cantare Verdi ci vuole una grande tecnica vocale, altrimenti non si può fare. Questo perché la musica di Verdi richiede la perfezione nell’impostazione vocale. Cantare Verdi è come un esame per il fiato, l’intonazione, la posizione, la musicalità e tutto il resto. Le opere di Puccini hanno invece bisogno di un grande sentimento, emozione. Ovviamente serve la tecnica vocale anche per cantare Puccini, ma per le sue opere c’è bisogno anche di una capacità speciale di trasmettere le emozioni al pubblico. Puccini richiede anche che il cantante crei un personaggio teatrale dettagliato e pieno di sfaccettature. E’ necessario essere anche degli attori.
La sua voce con il passare del tempo è cambiata, maturata, sempre con nuove belle sfumature e dinamiche. Nel Suo recente debutto all’Arena di Verona, nell’Adriana Lecouvreur, ha riscosso un ben meritato successo. Ci piacerebbe sapere come ha affrontato dal punto di vista canoro la parte di Adriana, e il suo rapporto con il personaggio.
Sono stata molto felice di questo grande debutto nel ruolo di Adriana: lei è una diva del palcoscenico, ma è anche una donna innamorata, e dentro di lei convivono queste due anime. Io ho cercato di entrare nel mondo di Adriana, ogni suo momento di felicità e sofferenza. Ho cercato di interpretare ogni suo stato d’animo e ogni situazione drammatica. E’ un personaggio profondamente intriso della cultura occidentale ed europea in particolare. Per me ha rappresentato una prova, poiché essendo per metà cinese e per metà europea (vivendo in Italia da vent’anni ormai), ho voluto mostrare la mia capacità di calarmi in un personaggio così complesso. La musica di Cilea è straordinaria, un mondo canoro e musicale incredibile, in cui è stato entusiasmante immergersi. Tuttavia, personalmente, non sono una diva fuori dal palcoscenico: la mia vita è divisa tra l’essere artista in scene e l’essere una persona normale nel quotidiano. Posso essere tanti diversi personaggi all’opera, ma quando esco dal palcoscenico torno ad essere me stessa. Non credo che si possa essere Diva anche nella vita reale, si potrebbero creare difficoltà con gli altri ma anche con sé stessi. Credo che se una cantante fa anche la Diva nella vita normale é difficile sia per gli altri che per se stessi.
Tra le opere di Puccini (Madama Butterly e Tosca) e quelle di Verdi (Aida, Trovatore, Ernani) quali preferisce, e perché? Che differenze ha riscontrato nelle protagoniste femminili dei due autori?
Ogni opera che ho cantato fino ad adesso è meravigliosa, mi sono innamorata di ogni ruolo. Nel mio repertorio ci sono le opere più belle di tutta la storia dell’opera. Non posso dire qual è la mia preferita, sono tutti bellissimi ruoli. Sono affezionata a ciascuna di queste donne: Aida è l’opera del mio debutto assoluto, Tosca è la prima opera che ho cantato in Italia e ricordo lo studio intenso fatto con Raina Kabaivanska, che devo ancora ringraziare moltissimo, Butterfly è un altro ruolo che mi ha portato in tutti i grandi teatri del mondo… Ognuno di questi ruoli è incredibile e ha un posto speciale nel mio cuore.
Nei prossimi due anni sappiamo che ci saranno diversi nuovi debutti per lei, cominciando a breve da Turandot a Bologna e, per citarne uno, Mimì ne La Bohème a Torre del Lago. Ci racconta qualcosa di queste nuova esperienze? Come si sta preparando?
Il mio debutto nel ruolo di Turandot sarà fra pochissimi giorni, il 28 maggio, e fino ad ora mi trovo molto bene in questo ruolo. Spero che il pubblico sarà contento di questo debutto. Credo che la mia voce sia pronta per fare Turandot, un ruolo che ho rifiutato per oltre quindici anni, anche a teatri molto importanti. Il rischio era quello che i teatri mi chiedessero solo Turandot, mentre io avevo altri ruoli che desideravo cantare e approfondire. Spero che sarà un grande debutto e che diventi uno dei miei ruoli più riusciti come la mia Aida, Tosca, Butterfly… e altri. Dopo il debutto del 28 maggio sarò Turandot al Comunale anche il 30 maggio e poi l’1 e il 4 giugno. Canterò Turandot anche alla Dubai Opera, a settembre 2019, in una bellissima produzione del Teatro dell’Opera di Shanghai. Questi saranno i miei primi due appuntamenti con questo personaggio, ma durante l’estate debutterò anche Mimì, un personaggio molto dolce. Con la mia voce posso fare una Mimì piena di sentimenti ed emozioni. Non sarà un problema per me, dopo aver cantato Turandot, debuttare Mimi, perché la mia voce cambia colore a seconda dell’opera, seguendo la musica del personaggio. La voce della mia Butterfly è diversa da quella della mia Tosca e di Aida, perché ogni voce ha tante possibilità. Mimì è speciale per me, poiché è un ruolo che ho sempre sognato: La Bohème è stata la prima opera che ho ascoltato in vita mia. Non sapevo l’italiano e non capivo quello che cantavano, ma mi sono scese le lacrime per questa musica così straordinaria. Sarà emozionante debuttarla a Torre del Lago il 20 luglio, a due passi dalla casa del Maestro Puccini. E’ un luogo intriso di una magia particolare ed è emozionante pensare che mentre si canta, Puccini è lì che ascolta.
Quest’anno, in novembre, sarà accanto a Placido Domingo al Metropolitan di New York, per la Madama Butterfly. Nel 2000 salì sul podio di Operalia, il più grande concorso per cantanti lirici promosso proprio da questo grande tenore. Che effetto le fa ora cantarci insieme? Sente una sorta di responsabilità in più?
E’ un grande onore cantare con il grande Maestro Domingo: la mia carriera internazionale è iniziata dopo aver vinto Operalia. Da quel momento il mondo della lirica mi si è aperto completamente. Provo un’immensa gratitudine verso il Maestro Domingo e il suo concorso. Subito dopo Operalia mi ha invitato fare un concerto con lui a Shanghai. Nel 2015 ho fatto anche Simon Boccanegra accanto a lui a Pechino. Durante questi anni ho incontrato il Maestro Domingo in tante città del mondo, e qualche volte lui viene a sentire le mie recite. Mi ricordo quando a Berlino facevo La Gioconda e dopo il secondo atto lui è venuto nel mio camerino e mi ha fatto tanti complimenti. Ogni volta che lo incontro mi dice che è orgoglioso di me e che devo continuare a studiare, sempre. Lui è il più grande artista del mondo e mi sento orgogliosa posso fare Butterfly con lui. Farò del mio meglio. Inoltre questa sarà la mia quinta volta al Met e la terza volta con Madama Butterfly, sempre nella magica produzione di Anthony Minghella. Sarò parte per la prima volta del Met HD Live Series, poiché la recita del 9 novembre sarà trasmessa nei cinema di tutto il mondo!
Un’opera che amerebbe molto cantare ma che non ha ancora affrontato?
Mi piacerebbe continuare ad approfondire alcuni ruoli che ho cantato, anche recentemente, come Adriana, e mi piacerebbe cantare Elisabetta in “Don Carlo” e Norma.
Lei fa un lavoro sicuramente molto gratificante anche se non facile. Qual è l’aspetto del suo lavoro per il quale si sente più grata e quello che invece le pesa di più?
La musica mi ha accompagnato sempre, mi ha dato tante soddisfazioni, mi ha portato nei più grandi teatri del mondo e mi ha sempre riempito di gioia. Non posso dire un aspetto del mio lavoro che mi pesa di più, nonostante io non possa negare che non è un lavoro semplice e comporta talvolta dei sacrifici, ma sono molto fortunata: per me non è solo un lavoro ma è il risultato della passione e credo di essere nata per fare questo mestiere.
Ha di nuovo la sfera magica in mano, ma stavolta può vedere il futuro: cosa le piacerebbe scoprire?
Il mondo della musica è come il mare: ogni nuova opera è una nuova scoperta, un mondo nuovo. Vorrei continuare cantare tanti nuovi ruoli. Nel futuro se ci sarà la possibilità vorrei tornare a dipingere. E’ il mio secondo sogno!
Lei è nata in Cina, ma ormai è di casa in Italia. Come si trova qui? Possiamo definire l’Italia ormai il suo paese di adozione?
L’Italia è un bellissimo paese e la mia secondo casa: mi trovo molto bene, mi piace l’Italia, mi piacciono le sue tradizioni. Ho viaggiato molto fra Cina e Italia, e ho trovato tante somiglianze fra questi due paesi. Io amerò la Cina e l’Italia per sempre.
Se ce lo permette, vorremmo curiosare nella vita di Hui donna. Lei è una donna in carriera che ormai ben conosciamo, ma cosa ci può raccontare del Suo privato?
La mia vita ha sempre seguito la musica, ma nella vita normale sono una persona molto tranquilla e mi piace stare con gli amici, mi piace cucinare, andare al cinema o fare semplicemente un giro con la mia bicicletta. Credo che l’artista giustamente debba esserlo solo sul palcoscenico: questa è la magia e il grande mistero del teatro.
Nella vita ci sono alti e bassi. Ci racconta il suo giorno più bello, il più grande risultato raggiunto finora nella sua vita?
Non posso scegliere un giorno, in quanto sono molto fortunata di poter seguire ogni giorno la mia passione, che è il canto, e poterlo fare ai più alti livelli. Il più grande risultato è quello di essere riuscita a realizzare il mio sogno, lavorando sempre con grande dedizione e studiando con amore e impegno.
Hui, di nuovo La ringraziamo per il tempo che ha dedicato e Le auguriamo un grande in bocca al lupo per il suo futuro!
Bologna – 25 Maggio 2019
http://www.hehuisoprano.com