TCBO: a undici anni dal debutto torna il Simon Boccanegra di Verdi
con la regia di Giorgio Gallione
In scena dal 13 al 19 aprile
Torna in scena nella Sala Bibiena dove ha visto la luce undici anni fa, nel 2007, il Simon Boccanegra di Giuseppe Verdi nell’apprezzato allestimento del Teatro Comunale di Bologna coprodotto con il Teatro Massimo di Palermo, a partire da venerdì 13 aprile alle 20.00. Lo spettacolo, firmato dal regista Giorgio Gallione, con le scene e i costumi di Guido Fiorato e le luci di Daniele Naldi, vede sul podio dell’Orchestra del Comunale l’ucraino Andriy Yurkevych, Direttore musicale dell’Opera Nazionale Polacca di Varsavia, già protagonista a Bologna dell’Elisir d’amore di Donizetti nel 2010. Il cast è formato da Dario Solari nel ruolo del titolo, Yolanda Auyanet in quello di Amelia Grimaldi, Stefan Pop come Gabriele Adorno, Michele Pertusi nei panni di Jacopo Fiesco e Simone Alberghini in quelli di Paolo Albiani, che si alternano con Stefano Antonucci, Alessandra Marianelli, Sergio Escobar, Luiz-Ottavio Faria e Leon Kim. Il Coro del Comunale è preparato da Andrea Faidutti. La “Prima” del Simon Boccanegra sarà registrata e verrà trasmessa in differita da Radio3 Rai.
L’opera, su libretto di Francesco Maria Piave dal dramma omonimo di Antonio Garcia–Gutiérrez, fu scritta per il Teatro La Fenice di Venezia dove venne rappresentata nel 1857 con scarso successo. Lo stesso Verdi non ne era molto convinto e volle rivederla, fidando questa volta sulla collaborazione, voluta dall’editore Giulio Ricordi, di Arrigo Boito, che apportò diverse modifiche e scrisse ex novo, su precise indicazioni del compositore, la grande scena del consiglio del primo atto. In questa nuova e definitiva versione il Simone andò in scena alla Scala nel l881, ottenendo un’accoglienza trionfale.
Nella Genova del XIV secolo, divisa dalle lotte tra le diverse fazioni politiche, Paolo Albiani fa eleggere doge il valoroso corsaro Simon Boccanegra, che ha liberato dai pirati le coste africane. Questi, colpito negli affetti dalla perdita della donna amata e della figlia, si trova al centro di trame e complotti e costretto a difendersi continuamente dagli attacchi dei nemici. Tuttavia gli avvenimenti politici e sociali del periodo lasciano la scena ai veri protagonisti di quest’opera di Verdi: il senso tragico e malinconico che domina l’opera e la psicologia dei personaggi. Simon Boccanegra viene infatti considerato un elemento di transizione nella produzione verdiana, un lavoro complesso che scandaglia i sentimenti umani e mostra la piena maturità espressiva del suo autore. Le passioni dolorose e irrisolte che animano quest’opera tormentata, sono destinate a sciogliersi solo dopo che l’inesorabile trascorrere del tempo ne ha levigato l’asprezza, ovvero con l’approssimarsi della morte. È infatti con la morte di Simone che si dipanano i nodi della trama: il ritrovamento della figlia ritenuta perduta, la pacificazione della città e la continuità politica segnata dalla nomina di un nuovo doge.
«Per me – aveva commentato il regista Giorgio Gallione in occasione del debutto dello spettacolo – il collegamento Simon Boccanegra-Genova è un collegamento fisiologico. Ho passato l’infanzia nel centro storico di Genova, i luoghi di quest’opera sono i luoghi della mia vita. Verdi conosceva molto bene Genova e secondo me è chiarissimo come nella composizione del Simone abbia attinto alla sua esperienza personale e alle suggestioni evocategli dall’anima della città. Genova permea tutto il tessuto dell’opera, sia a livello psicologico che iconografico. La rappresentazione dei luoghi storici della città è molto precisa. Anche lo scenografo Guido Fiorato è genovese, e ci siamo trovati d’accordo nel tentativo di rappresentare l’aspetto manicheo e schizofrenico che costituisce l’essenza stessa di Genova, fatta di contrasti fortissimi. L’austero gioco cromatico che contrappone il bianco del marmo e il nero dell’ardesia è improvvisamente squarciato dalla visione dell’azzurro del mare. Così nel Simone ritroviamo questo “ritmo” genovese nelle cospirazioni e nella segretezza dei colloqui notturni sussurrati nel buio dei vicoli, contrapposti alla grande apertura del mare e alle scene di massa».
Lo spettacolo, in scena fino al 19 aprile, è realizzato grazie al contributo dell’Associazione Amici del Teatro Comunale di Bologna e con il sostegno del Gruppo Hera. «Il Teatro Comunale di Bologna – afferma Giuseppe Gagliano, Direttore Centrale Relazioni Esterne del Gruppo Hera – non è solo una meritoria istituzione culturale, ma rappresenta un luogo, insieme geografico ed emotivo, in cui i cittadini si riconoscono, mostrandosi sempre particolarmente attenti, come sappiamo, alle vicende della sua storia. Tutto questo è segno, in fondo, della capacità di catalizzare un affetto che esula dalle mode del momento, e racconta di una sintonia profonda fra la città e il suo teatro. Si tratta – conclude Gagliano – di una sintonia che il Gruppo Hera è felice di sostenere, anche e soprattutto in ragione della qualità di un’offerta artistica che trova nel Simon Boccanegra di Verdi un esempio paradigmatico, affidato alla bravura di interpreti in grado di incarnare il livello di eccellenza al quale Hera, nel suo storico rapporto con gli operatori culturali del territorio, è ormai affezionata».
I biglietti (da 125 a 10 euro) sono in vendita sul sito www.tcbo.it e presso la biglietteria del Teatro Comunale di Bologna. Eventuali biglietti invenduti saranno disponibili il giorno dello spettacolo al 50% del costo.
10.04.2018