“Lo Schiaccianoci”. Un classico per Natale al Massimo di Palermo

Lo Schiaccianoci al Teatro Massimo di Palermo

 

Perfino i cuori più duri e aspri possono aprirsi alla bellissima musica di Petr Il’ic Cajkovskij. Un dolce balsamo che forza ogni strettoia e ogni asprezza dell’anima. “Lo Schiaccianoci” riesce nell’impresa: ti predispone alla pace , alla calma interiore e ai sentimenti che ruotano attorno al Natale. Il Teatro Massimo di Palermo offre questo bellissimo spettacolo fino al 23 dicembre. Una messa in scena che coccola l’animo e che andrebbe vista soprattutto dai più piccoli. Una magia che è iniziata con la prima del 15 dicembre. Tutto il Teatro Massimo si accende con decorazioni luminose e floreali. Uno spettacolo che diventa un’isola felice per lo spirito. Il racconto di E. T. A. HoffmannLo Schiaccianoci e il re dei Topi” diventò un mirabile balletto prima che il Novecento iniziasse. La tenera e celebre favola della bimba, Clara, che riceve uno schiaccianoci dalle sembianze di un soldatino di legno è conosciuta da tutti. La notte di Natale, la magia di una festa in famiglia fra amici e parenti. La gioia dello spirito natalizio che ruota intorno all’albero di Natale e il sogno avventuroso e fantastico di una ragazzina che corre verso l’adolescenza ma è ancora imbrigliata nei suoi sogni di bambina. Un sogno articolato che passa attraverso la battaglia contro il re dei Topi e la presenza dello Schiaccianoci amico e guida di un’avventura stranissima. Un viaggio onirico che porta Clara a conoscere un regno incantato con re, regine, principi e principesse che le mostrano un luogo fatato e misterioso con melodie che rapiscono il cuore e ci mostrano come ascoltando un valzer ci si può commuovere perfino oggi che siamo portati a credere che le ragazzine vogliano già dei sexy toys al posto di semplici giocattoli! C’è ancora spazio per il sogno perfino dopo l’infanzia. C’è una dolcezza dell’anima che può essere coltivata fino in età adulta. Le scene di Renzo Milan mostrano degli interni in linea con la tradizione ottocentesca. Uno sguardo che spazia fra un elegante salone e una foresta incantata; luoghi che rassicurano lo spettatore sulla chiave di lettura da dare a quanto visto. I costumi di Philippe Binot e realizzati dalla Sartoria dell’Opéra National di Bordeaux sono davvero bellissimi. Il principe e la principessa di Zucchero indossano costumi scintillanti. La coreografia di Lienz Chang da Marius Petipa ha raccontato con efficacia le dinamiche della favola. Ogni passo, ogni gesto, ogni espressione era in tono con la magia che ci si aspetta di trovare nel Balletto. Forse l’aspetto più stridente dell’intera esecuzione dello spettacolo risulta la conduzione di Alessandro Cadario. Non che ci fossero errori o che mancasse il giusto colore fra piani e forti orchestrali, ma in alcuni brani di ampio respiro, come nei valzer, si è avuta l’impressione che fossero allungati, stiracchiati, trattenuti da un ritmo che di solito viene eseguito in modo più incalzante o veloce, o con un trasporto più ritmico. Forse di comune accordo con la coreografia ci si è adattati alle performance dei ballerini. Nulla da eccepire agli stessi e al corpo di ballo e al coro di voci bianche del Teatro Massimo. I bambini del coro, diretti da Salvatore Punturo, sono stati bravissimi lì dalla posizione dei palchetti laterali al palcoscenico.

Si è esibita nel ruolo di Clara Francesca Bellone. Bravissima e capace di accentrare su di sé l’attenzione nonostante il suo fosse il costume di scena più insignificante. Ha davvero reso l’idea, con la sua esecuzione, dell’innocenza e dello stupore. Drosselmeyer è stato Vito Borbone agile e scattante come una molla. Il suo aiutante e Schiaccianoci è stato, invece, Alessandro Cascioli anche lui bravo e con la giusta dolcezza che si richiede ad un giocattolo umanizzato. Bravissimi anche Francesca Davoli (nel ruolo della Regina della neve), Alessandro Casà (nel Principe della neve), Anna Nikulina (nella Principessa di zucchero) e Jacopo Tissi (nel ruolo del principe di zucchero). Hanno davvero fatto sognare il pubblico con i loro pas de deux e valzer. Hanno completato il corpo di ballo Emilio Barone in Fritz, Anna Maria Margozzi, Jessica Tranchina, Simone Filippone, Daniele Chiodo, Carmen Marcuccio, Giuseppe Rosignano, Michaela Colino, Giovanni Traetto, Vincenzo Carpino, Micaela Viscardi, Andrea Morelli, Diego Millesimo, Chiara Sgnaolin, Yuriko Nishihara, Linda Messina, Riccardo Riccio, Michele Morelli, Romina Leone, Marcello Carini, Diego Mulone, Emilio Barone, Gianluca Mascia, Annalisa Bardo, Noemi Ferrante.

C’è forse stato solo un pensiero controverso sulla purissima magia del Natale in quel momento, in quella Prima così “confettata”: la danza araba ha per un attimo offuscato il dolce affresco natalizio con la magnifica lucentezza del sudore dei ballerini della danza araba che si sono esibiti a torso nudo. Ma è stato solo un attimo e poi ci siamo risvegliati a più nobili sentimenti come Clara che si desta ed esce in strada a caccia di sogni che somiglino alla realtà. O viceversa.

 

Donata Musumeci

La recensione si riferisce alla prima del 15 dicembre 2019

Photo©RosellinaGarbo

Lo Schiaccianoci © rosellina garbo 2019

Lo Schiaccianoci © rosellina garbo 2019

Lo Schiaccianoci © rosellina garbo 2019

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