Il viale del tramonto è costellato di stelle. Su quello di Natalie Dessay le stelle sono tante e così brillanti che potrebbero (e dovrebbero) fare invidia a molte sue colleghe più giovani e al centro dell’attenzione mediatica.
Un tempo acclamatissima diva dei teatri di tutto il mondo, dotata di una voce unica e particolare, e di funamboliche abilità tecniche e virtuosistiche, da quasi dieci anni ha dato l’addio ai grandi palcoscenici lirici che le hanno regalato una carriera di prim’ordine, ma anche segnata da problemi vocali e qualche polemica con l’ambiente in generale, che sentiva non sempre adatto a lasciarla esprimere il meglio di sè. Ora il soprano si dedica a recital e concerti generalmente accompagnati al pianoforte, ed è in questa veste che ho potuto ascoltarla ieri sera alla Milton Court Concert Hall della Guildhall School of Music and Drama di Londra.
Il programma, molto affascinante, prevedeva una serie di lieder di Fanny Mendelssohn, Clara Schumann e Alma Mahler, e alcune deliziose pagine del repertorio francese. La voce mostrava qualche segno del tempo e dell’usura, soprattutto nella zona grave, e mancavano l’esuberanza vocale, il volume e i sovracuti di un tempo. Il timbro, però, è sempre quello raro, porcellanato e bellissimo che conosciamo, e suonava ancora freschissimo nel registro medio-alto. Inoltre, ed è ciò che più conta, si sentiva in ogni nota la stoffa sia tecnica che interpretativa della grande artista. L’emissione eraaltissima, tutta completamente sul fiato in un modo che raramente si sente oggi. L’interpretazione era molto curata, sapiente, con dettagli e guizzi di grande intelligenza, e punte di autentica emozione nel repertorio francese. Anche i limiti vocali erano risolti con indubbia maestria, impostando tutto suuna vocalità intimistica basata su suoni in pianissimo, che aumentavano non poco la suggestione dei vari brani.
Questo approccio risaltava soprattutto nei lieder di Fanny Mendelssohn e Clara Schumann, eseguiti con grande sensibilità e trasporto. Forse meno solida tecnicamente l’esecuzione dei lieder di Alma Mahler, che insistono su una zona medio grave più scomoda per una cantante che rimanecomunque un soprano leggero o perfino di coloratura. Qui però l’interpretazione era interessante perché questi passaggi venivano affrontati con una tecnica quasi da cantante jazz (che è una veste in cui la Dessay si è pure cimentata), che sfumavail confine fra la musica classica e quella leggera. La serata però ha preso veramente il volo grazie al repertorio francese, con le esecuzioni molto incisive di Chanson Perpetuèlle di Chasson e soprattutto di La Dame de Montecarlo di Poulenc, caratterizzata da vero charme e da una lunghissima messa di voce finale, sulla ribalta squadrando il pubblico. Si passavapoi alle intensissime interpretazioni di Mes longs cheveux, (dal Pelléas et Mélisande di Debussy) e Pleurex mes yeux (da Le Cid di Massenet), con alcuni travolgenti crescenti e acuti squillanti, a dimostrazione che quando lei decide può. Nel finale Ah, je ries de me voir si belle dal Faust di Gounod, permetteva di apprezzare di nuovo l’abilità nel repertorio brillante su cui Natalie Dessay ha costruito molta della sua fama. Philippe Cassard, che accompagnava il soprano al pianoforte, si distingueva per l’ottimo lavoro nell’assecondare perfettamente tutti i colori e le sfumature proposte dalla cantante ed offriva una solida esecuzione della Romanza per piano in La Minore Op. 21 di Clara Schumann.
Alla fine applausi convinti da parte di una sala che ad inizio concerto sembrava inspiegabilmente mezza vuota ma si è riempita nel corso della serata, e che comunque non ha fatto mancare di far sentire il suo calore, portando i due artisti a concedere come bis Tu m’as donné le plus doux rêve dalla Lakmé di Delibes, cantata tutta a mezza voce e con la sensibilità che ha caratterizzato l’intero concerto.
La recensione si riferisce al concerto del 6 dicembre 2023.
Kevin De Sabbata
Photo©MarkAllan
Natalie Dessay (soprano) Philippe Cassard (pianoforte)
Fanny Mendelssohn
Dämmrung senkte sich von oben
Vorwurf
Suleika
Clara Schumann
Liebst du um Schönheit
Sie liebten sich beide
Warum willst du and’re fragen
Er ist gekommen
Romanza per pianoforte in La minore, Op 21
Alma Mahler
Bei dir ist es traut
Laue Sommernacht
In meinem Vater’s Garten
Ernest Chausson La Chanson perpétuelle
Francis Poulenc La Dame de Monte Carlo
Claude Debussy Mes longs cheveux da Pelléas et Mélisande
Jules Massenet
Pleurez mes yeux da Le Cid
Charles Gounod
Ah, je ris de me voir si belle da Faust