Proprio dietro la casa che diede i natali al compositore catanese, nello splendido Teatro Greco ritornato agli antichi splendori dopo un lungo e faticoso restauro, il Teatro Massimo Bellini di Catania omaggia il suo “Cigno” nel giorno del 181° anniversario della morte, il 23 Settembre 2016. In quei luoghi a lui cari dove oggi alle spalle del Teatro Greco ha sede il Museo Belliniano, hanno riecheggiato le note di una delle più famose opere belliniane per antonomasia: Norma.
di Salvatore Margarone e Federico Scatamburlo
Molti pianoforti custoditi nel Museo sono appartenuti a Vincenzo Bellini; ci saranno sicuramente quelli con i quali compose Norma, le cui corde probabilmente avranno vibrato quando le note provenienti dall’Orchestra del Bellini si sono libratei nell’aria.
Peccato che per l’ultima recita in programma il 27 Settembre il tempo non sia stato clemente, tanto che uno speaker, da dietro le quinte delle scene, ha annunciato che la recita era annullata per avverse condizioni meteo e che la stessa si sarebbe svolta l’indomani 28 Settembre al Teatro Massimo Bellini stesso.
Un cast formato da artisti, anche catanesi, ha dato vita ad uno spettacolo unico, in un luogo da troppo tempo abbandonato al suo fato, che ha finalmente rivisto per questo evento la riapertura al pubblico, per tre serate il 23, il 25 e 27 (poi 28) Settembre, fortemente volute e patrocinate dai Beni Culturali e dal Comune di Catania.
Tra i nomi degli interpreti spicca infatti quello di Daniela Schillaci, nel ruolo del titolo, ed al suo fianco Marina De Liso nei panni dell’amica Adalgisa, che hanno dato vita ad una messa in scena elegante ed equilibrata. Non è sfuggito agli intenditori comunque che, pur avendo regalato una esecuzione “pulita”, Daniela non ha quel timbro brunito più appropriato per il ruolo, mentre Marina , mezzosoprano, dalla voce scura e rotonda, è stata una Adalgisa calda ed appassionante.
Il Proconsole romano Pollione invece è stato affidato al tenore Sung Kyu Park che non ha ben mostrato il piglio drammatico che il ruolo necessita, per carenza di squillo e timbro. Anche nei sovracuti la voce non è brillata e i catanesi non hanno apprezzato molto, nell’insieme, la sua performance.
Buona invece la resa di Abramo Rosalen che ha interpretato il druido Oroveso. Completano il cast Giuseppe Costanzo (Flavio).
Dal canto suo la mitica orchestra del Teatro Bellini di Catania, quando ha sul leggio le splendide note del loro concittadino non si risparmia, ed esplode con le sue sonorità sin dalla sinfonia di apertura dell’opera, lasciando il gremito pubblico accorso per l’evento senza fiato. Un crescendo di emozioni quello che sa regalare questa orchestra, che tra mille difficoltà riesce sempre a sostenere prove ardue in qualsiasi situazione. Non sono tuttavia passate inosservate alcune lentezze di esecuzione imposte dal direttore d’orchestra, Ivo Lipanovic .
Ottima la performance degli Artisti del Coro del Bellini di Catania, che sotto la sapiente guida del M° Ross Craigmile hanno riempito la scena con le loro belle voci.
Belle le scene ed i costumi, con alberi ai lati e sullo sfondo a rimembrare la foresta dei druidi, senza eccessi e senza fronzoli inutili, ma solo l’essenziale che serve ad uno spettacolo grandioso in questa produzione tutta catanese curata dal Teatro stesso, con la regia affidata a Giandomenico Vaccari.
Lodi quindi alla direzione artistica del Teatro, nella persona del M° Francesco Nicolosi, pianista di fama mondiale che, assieme alla sovrintendenza, sta impostando e strutturando un “Teatro” più vicino alla gente, richiamando molto pubblico e molti giovani, cosa quest’ultima a noi gradita, e ci auguriamo abbia molta risonanza per il futuro.
Le due repliche dello spettacolo, del 25 e del 28 Settembre, hanno registrato il tutto esaurito.