Teresa Iervolino, contralto di spiccate qualità, si racconta in questa intervista rilasciata a Madrid lo scorso 30 Aprile 2019.
di Maurizio Parisi e Alessandro Ceccarini
– “Un sogno, un gioco” la vita di un’artista è anche questo come canta Angelina della Cenerentola. Ma quanto lavoro c’è dietro? Cosa bisogna saper conciliare, le difficoltà e le gioie che appagano tale impegno?
Beh la vita di tutti noi di è anche “un sogno , un gioco”, dipende sempre da come la si guarda, da che angolazione si decide di viverla. Dietro la professione o meglio passione dell’artista ci sono tanti sacrifici e tanta dedizione e questa è una cosa che già si sa, ma il momento più’ difficile è quando devi stare mesi lontano dalle persone che ami e lontano dal tuo nido, dai tuoi amici e dalla tua famiglia. La parte più’ difficile è la solitudine. La dedizione che si ha e lo studio, l’allenamento, è tutto ciò che fa tornare in equilibrio la bilancia, il piacere di essere lì su quelle tavole di legno a donare qualcosa che solo pochi possono offrire è un onore e una cosa concessa dal divino, ed ecco che tutto può diventare un gioco, come dice Cenerentola, e un sogno che si avvera.
– Il suo debutto risale a pochi anni fa ed è diventata ormai una splendida realtà della lirica internazionale. Quali sono state le sue prime esperienze artistiche?
Ricordo ancora quando ero lì, quella sera del Gennaio 2012 quando tutto nella mia vita stava per cambiare, quando, dopo tanti sacrifici, un premio mi diede l’opportunità di entrare in questo mondo divino e profumato di storia e iniziare con le mie prime esperienze. Ero sulle tavole del Teatro Sociale di Como dove vinsi il concorso AsliCo, sentii che un nuovo cammino stava cominciando. Ricordo il mio primo debutto assoluto al Teatro Filarmonico di Verona, dove per la prima volta mi sentii cullata e sostenuta da un’orchestra, nel Pulcinella di Stravinskj e come per magia tutto sembrava una favola. Lì ebbe inizio il mio percorso dove incominciai a fare i miei primi debutti. Interpretai per la prima volta uno dei ruoli che più amo e che vivo con maggior gioia e divertimento, Isabella nell’Italiana in Algeri a Ravenna e poi il mio caro Maffio Orsini che ultimamente ho cantato varie volte, dandomi sempre grande soddisfazione, come ricordo al Bayerische Staatsoper di Munchen proprio un anno fa. Da li tanti e tanti altri ruoli ho interpretato, creando una mia sorta di guardaroba che adoro indossare, ognuno in maniera diversa per servire il pubblico e sovra tutti la divina Musica.
– Quali le sensazioni, le emozioni legate ai suoi primi debutti?
Descrivere le emozioni e le sensazioni di quei momenti non è facile essendo state tramutate in dei fiumi irrefrenabili di energia che mi hanno inondato senza rendermi più consapevole di quello che mi stava accadendo. Spesso quando qualcosa ti piace a tal punto che non credi che tutto stia diventando realtà perdi la cognizione di quello che ti circonda e ti vivi il tutto come una favola. Quindi le mie emozioni? Indescrivibili.
– Dopo questo periodo di successi come è la Teresa di oggi? Quali i suoi sogni di artista?
La Teresa di oggi è di sicuro tanto diversa, mi sento molto più consapevole di me stessa, mi permetto di dire molto più’ matura. Questa passione, amore per la musica e l’Opera, e il farlo diventare anche una professione mi ha portato a sviluppare un maggior controllo del mio corpo e anche della mia mente, una maggiore consapevolezza delle mie sensazioni, cose direi molto utili anche nella vita di tutti i giorni e inoltre soprattutto mi porta ogni giorno a desiderare sempre di più nuovi debutti per esplorare altra musica divina dei grandi compositori. I miei sogni sono tanti, ma credo che ognuno di noi debba sempre averne tanti e non svanire mai questo cassetto di desideri, perché sono i sogni che ci danno coraggio, forza, tenacia… ho anche tanti sogni non relativi al canto ma non posso svelarli se no chissà se si realizzeranno, vi confido che sono un po’ superstiziosa!
– Rossini è da lei indiscutibilmente il compositore più amato, quali sue opere ama eseguire e in quali vorrebbe cimentarsi?
Io amo Rossini e i suoi capolavori. Amo il brio e il prendere in giro la vita nelle sue opere buffe, che mi dona quella leggerezza che tanto cerco e di cui ho bisogno a volte nella vita, quando interpreto ruoli come Isabella o Rosina o Clarice ecc… Ma ciò che amo di più, sono le sue opere serie. Mia preferita è Tancredi , un eroe pieno di valori etici, di valori morali, che descrive un amore puro e un coraggio che desidererei avere anche nella vita reale. Vorrei inoltre tanto debuttare “La donna del Lago” e “Sigismondo”, due opere che attendo con grande entusiasmo e spero arrivino presto nel mio repertorio.
– Oltre a Rossini quali compositori e quali opere ama cantare?
Partendo dal fatto che sono un’amante della musica in generale non solo operistica ma anche sinfonica e sono amante di svariati compositori e delle loro opere, altri due autori che amo cantare sono Donizetti di cui spero presto di debuttare nuovi ruoli, e un altro autore che sto iniziando ad esplorare ora in piccole dosi, come giusto che sia, il Verdi.
– Quali ruoli consiglierebbe di studiare a un giovane mezzosoprano?
Più che ruoli consiglierei innanzitutto di studiare se stessa. Molti insegnanti inducono immediatamente ad un cantante a studiare delle arie o ruoli, ma credo che non debba essere uguale per tutti, in questo caso gli stessi ruoli per tutti i mezzosoprano . Bisogna che la cantante impari prima a riconoscere le proprie sensazioni e sia consapevole pian piano del proprio apparato respiratorio e vocale e poi in base a quello capire quale siano o meno i ruoli più’ adatti a partire da quel momento da studiare e mettere nel proprio repertorio.
– Il suo rapporto con la musica barocca, Haendel e in particolare lo splendido ruolo di Rinaldo, di cui sappiamo sarà nuovamente protagonista, questa volta al Maggio Musicale Fiorentino nel 2020?
Con la musica barocca ho lo stesso rapporto con cui ho con Rossini o con un Donizetti. Quando studio un ruolo cerco sempre di capire in che epoca mi trovo a livello di scrittura e lo stile che ritrovo sullo spartito e studiando ciò che è scritto entro in relazione con quell’autore, quello stile e quel personaggio. Rinaldo è stato un debutto indimenticabile fatto proprio questa estate al Festival di Martina Franca, realtà fantastica. Amo questo personaggio e adoro la scrittura di Haendel, infatti nel momento in cui ho saputo di dover vestire di nuovo i panni di Rinaldo ho fatto salti di gioia, non vedo l’ora di reinterpretare i forti sentimenti di questo guerriero e il grande carattere che possiede nella sua vocalità.
– La Iervolino da grande, i progetti futuri?
Ci sono tanti progetti e novità per il futuro, per ora posso accennare ad alcuni dei miei impegni prossimi come il mio ritorno al Festival di Pesaro in questa estate nei panni di Ernestina nell’Equivoco stravagante, il mio ritorno al Festival di Saltzburg con il debutto di Federica nella “Luisa Miller” accanto ad uno dei miei idoli, il Maestro Placido Domingo, il mio ritorno al Teatro San Carlo quest’anno e al Bayerische Statsooper il prossimo anno in due produzioni e il mio futuro debutto al Liceu di Barcellona nei panni del mio amato Arsace in Semiramide.
Grazie per il tempo dedicato e per le belle e sincere parole!