Le fragilità dell’essere umano e la sfera ultraterrena sul palcoscenico del Teatro La Fenice per un Don Giovanni di successo.
Don Giovanni di W.A.Mozart è in scena in questi giorni al Teatro La Fenice di Venezia.
La fortunata messa in scena, con la regia di Damiano Michieletto, riscuote ancora successo dopo il debutto nel 2010 che le valse diversi premi, come l’Abbiati.
Oggi, rivista da Eleonora Gravagnola per la regia, Carla Teti per i costumi, è molto funzionale e da continuità alla storia attraverso gli ambienti del palazzo di Don Giovanni ricreati da stanze girevoli e molte porte, che servono ai protagonisti per spostarsi sulla scena da una stanza all’altra.
Nell’intenzione del regista ritroviamo anche la volontà di illuminare le scenografie solamente con candele, eliminando tutte le finestre dai muri. Cosa voluta questa, in quanto, per l’intera opera si crea una sorta di circolo vizioso tra i protagonisti, portando in scena in questa maniera anche un lato psicologico dell’essere umano.
Abbastanza rispettato il libretto dell’opera scritto da Lorenzo Da Ponte, a parte qualche variazione in alcuni ambienti e soprattutto l’aspetto temporale in cui si svolge la trama. Qui ci ritroviamo in un tempo non ben definito, diremo un rococò.
La scena è un continuo roteare che svela le varie stanze del palazzo di Don Giovanni:la camera da letto, salottini e corridoi, con diverse porte che sono utilizzate dai protagonisti per scappare, nascondersi. Questo gioco dà la possibilità all’opera stessa di dipanarsi senza interruzioni di sorta per eventuali cambi scena. Tutto scorre in un turbinio ordinato tra luci soffuse o ombre.
Forse le luci affidate a Fabio Barettin potevano essere un po’ più incisive, in quanto la quasi penombra stanca un po’ il pubblico.
Anche lo spettro cromatico utilizzato è statico, essendo tutte le stanze monocromatiche, grigie e bianche.
A parte ciò, le scene di Paolo Fantin sono godibili e gli interpreti si muovono con disinvoltura sul palcoscenico, portando su questo l’aspetto terreno ed ultraterreno dell’opera, le ansie, la rabbia e l’immancabile dissolutezza del protagonista nei riguardi delle donne e della vita.
Sul podio il maestro Robert Treviño che regala emozioni sonore gradevoli dirigendo l’orchestra del Teatro La Fenice con guizzo e colori ben definiti. Belli i tempi staccati e cura nel fraseggio mozartiano esaltano il pubblico che esce convinto e soddisfatto da questa recita.
Sul palcoscenico ritroviamo artisti di eccelsa caratura a partire da Donna Elvira interpretata da Carmela Remigio che grazie al carattere infuso al personaggio si conferma una grande interprete.
Ottima la Donna Anna affidata a Desirée Rancatore, in debutto in questo ruolo. La sua Donna Anna non è la solita donna piagnucolosa, ma fa emergere invece una donna si affranta per la perdita del padre ma anche donna tutta d’un pezzo. Tra acuti sfavillanti e agilità da manuale, interpreta ogni singola parola del ruolo e ne esce vittoriosa. Finalmente ritorna sul palcoscenico veneziano, dopo quasi un decennio di assenza, imponendosi ancora una volta come eccellenza italiana del bel canto.
I due giovani innamorati Zerlina e Masetto sono interpretati da Laura Ulloa e Lodovico Filippo Ravizza. Entrambi si sono destreggiati molto bene sul palcoscenico, bella l’intesa vocale e scenica e strappano applausi del pubblico.
Nel comparto maschile elogi al Leporello affidato a Roberto de Candia. Il suo factotum del “Don” è esaltante. Regge benissimo questo ruolo regalando al pubblico diversi momenti di spiccata sensibilità, ironia e qualità.
Alessio Arduini è Don Giovanni. Bella voce omogenea, sprezzante quanto basta, matador della scena ha incarnato molto bene lo sciupa femmine per antonomasia. Ottima la sua interpretazione.
Anche il Commendatore affidato a Gianluca Buratto risulta ben delineato. Il suo strumento vocale lo accompagna nelle intenzioni. Molto incisivo nel finale dell’opera.
Il Don Ottavio di Leonardo Cortellazzi ha regalato bei momenti lirici, sfiorando il falsetto in alcuni momenti, ma risalta la cura del fraseggio e lo squillo della voce.
Lunghi gli applausi finali del pubblico che ha molto gradito questo secondo cast in cartellone.
Don Giovanni sarà in scena con repliche fino al 25 Maggio 2024.
Salvatore Margarone
La recensione si riferisce alla recita del 19 Maggio 2024.